Martedì 27 settembre: Presentazione Psych Out festival e anticipo campagna No Auto = No Carne?

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Come già detto, oggi assieme al suo patron Giampo Coppa ho presentato il III° Psych Out Festival. E iniziato a inquadrare la campagna No Auto, legandola alla scarsissima attenzione che viene rivolta all’infernale e orrido oggetto in questione quando si ciancia di liberazione globale riferendosi solo all’utilizzo di animali. E si continua a guidare supershanti e supervegan. Boh. Ne parleremo.

I ganci x lo Psych Out Festival (c’è un fantastico video di presentazione con Giampo Russ-Meyer style…)

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25 Commenti

    1. Carmelo
      Carmelo 28 Settembre 2016 at 11:58 . Commenta

      Rock e religione, cosa lega i devoti di Lemmy e quelli di Padre Pio.

  1. Carmelo
    Carmelo 28 Settembre 2016 at 11:55 . Commenta

    Con il caso Cruciani dell’emittente radiofonica La Zanzara si è quasi addirittura arrivati ad un aggressione da parte di vegani
    https://www.youtube.com/watch?v=aZeuRWtQpk8

  2. Michaela
    Michaela 28 Settembre 2016 at 12:57 . Commenta

    Da qualche giorno è in cella a Praga Oleg Vorotnikov, artista russo ribelle e anarchico, fondatore del gruppo di avanguardia «Voina» (guerra), che realizza performance eccentriche e irriverenti. Mentre Italia e Svizzera non lo vogliono accogliere, Mosca chiede l’estradizione verso la Russia, dove è ricercato per teppismo e vandalismo, come altri artisti non graditi al regime. http://www.spreaker.com/user/radiobeckwith/tra-parentesi-podcast-22-settembre-2016

  3. Vito
    Vito 29 Settembre 2016 at 09:15 . Commenta

    L’isola che non c’e’. Una piattaforma in alto mare diventa una server farm senza legge né polizia.
    L’isola che non c’e’. Una piattaforma in alto mare diventa una server farm senza legge né polizia. Seconda guerra mondiale: la Gran Bretagna crea un’isola artificiale di cemento e acciaio nella parte meridionale del Mare del Nord, a circa sette miglia nautiche dalla costa inglese (latitudine 51.53 Nord, longitudine 01,28 Est per la precisione) che viene dotata di radar e armamenti pesanti e occupata da un paio di centinaia di militari. Scopo di questa operazione e’ difendere Londra, baluardo degli Alleati, da ogni attacco della Luftwaffe nazista. Tuttavia, con il tanto atteso cessate il fuoco delle ostilita’, i soldati possono tornare a casa e l’isolotto viene abbandonato e dimenticato da tutti. Dimenticato da tutti ? A dire il vero non proprio da tutti…Il 2 Settembre 1967 Paddy Roy Bates, ex ufficiale britannico, occupo’ infatti la piattaforma e li’ si insedio’ con la famiglia proclamando ufficialmente la nascita del libero e indipendente Principato di Sealand. La risposta della regina non tardo’ pero’ a giungere e nel 1968 alcune imbarcazioni della flotta reale si avvicinarono a Sealand ma il “Principe” del vecchio Fort Roughs Tower, vedendo minacciato il proprio regno, intimo’ l’altola’ alle imbarcazioni sparando alcuni colpi di avverimento con gli stessi cannoni che un quarto di secolo prima avevano salvato Londra. In men che non si dica l’accaduto assunse portata nazionale e venne intentato un processo contro Mr. Bates; nel novembre dello stesso anno tuttavia il tribunale dell’Essex decise di non procedere poiche’, trovandosi la piattaforma ben al di fuori delle acque territoriali Britanniche (limitate a 3 miglia dalla costa), il caso era avvenuto al di fuori del territorio nazionale. In altre parole, la stessa legislazione internazionale riconosceva, seppur indirettamente, l’autonomia di Sealand rispetto alla madre patria. Sempre piu’ determinato, Roy Bates annuncio’ il 25 Settembre 1975 la Costituzione del Principato e negli anni Sealand assunse sempre piu’ la fisionomia di un vero e proprio Stato, con tanto di inno nazionale, bandiera, francobolli, monete e persino targhe automobilistiche (non sappiamo pero’ dove parcheggino la macchina, sopra quella piattaforma !) Generale, i nemici ci attaccano ! Nell’Agosto del 1978 alcuni Olandesi, capeggiati da un uomo d’affari tedesco, giunsero a Sealand per discutere di alcuni scambi commerciali con l’isolotto durante un periodo d’assenza di Roy Bates; in realta’ le intenzioni di questi uomini erano ben diverse e presero con la forza il controllo di Sealand sequestrando anche Michael, il figlio del “Principe” di Sealand. Poco dopo pero’, aiutato da alcuni uomini, quest’ultimo riprese il controllo sull’isola trattenendo gli “invasori” come “prigionieri di guerra”. Fortunatamente quello che sembrava profilarsi come un originale incidente diplomatico senza precedenti si rivolse per il meglio senza spargimenti di sangue: dopo aver invano richiesto l’intervento dell’Inghilterra, che in virtu’ di quanto detto in precedenza non avevva alcun potere di intervenire nel territorio di Sealand, i Governi olandesi e tedeschi inviarono infatti sulla piattaforma Roughs Tower un diplomatico e in breve i negoziati portarono, in un primo tempo, alla liberazione degli olandesi e, in seguito, anche del cittadino tedesco. Dopo questo episodio, Sealand smise di occupare (salvo alcune eccezioni) le prime pagine dei giornali, tornando in linea di massima ad essere piu’ di interesse per collezionisti e curiosi che per i diplomatici. Nel 1990 Bates attivo’ un’emittente radio pirata indipendente mentre nel 1997 infine un anonimo tedesco, spacciatosi per Ministro delle Finanze di Sealand, mise in vendita su Internet falsi passaporti dell’isola piazzandone piu’ di 150.000 a 1000 $ l’uno; fino a quel momento invece i passaporti ufficialmente rilasciati erano stati circa 300 e nessuno di questi era mai stato venduto. Col nuovo millenio e il “Principe”Roy, ultraottantenne, ormai stanco e affaticato, il principato piu’ piccolo del mondo sembrava ormai prossimo alla sua fine ma… Ma c’e’ sempre un ma… A meta’ del 2000 un giovane informatico di nome Ryan Lackey ha lanciato una proposta per la creazione di un “covo dati”, nello stile di quelli descritti nel lontano 1989 da Bruce Sterling nel suo romanzo “Isole nella rete”. Attratto infatti dalla situazione politica e giuridica unica al mondo di Sealand (al riparo da intricate leggi e dagli occhi indiscreti di agenzie investigative e al di sopra di ogni regolamentaazione, restrizione, copyright, brevetto o tassa ), Ryan si e’ dimostrato intenzionato ed utilizzare la piattaforma come sede per la propria azienda, conosciuta come Haven Co. A pochi hop di distanza dai maggiori backbone e grazie ad una connessione in fibra ottica, tramite microonde o via satellite, Sealand sarebbe stata infatti in grado di offrire una connessione ad Internet estremamente veloce e sicura. Una volta trovati i finanziatori del progetto, non e’ stato cosi’ difficile trasformare i sogni in realta’; i cilindri di cemento che sostengono la piattaforma sono cosi’ divenute stanze in grado di ospitare server e latro amteriale atto allo scopo mentre guardie armate sorvegliano 24 ore al giorno il tutto e, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza, nemmeno ai clienti e’ permesso recarsi a Sealand. I “prodotti” offeri sono innumerevoli: dal semplice hosting di siti Web e di commercio elettronico a vari servizi di anonimato fino alla possibilita’ di offrire spazi alle aziende per lo storage di dati ehm….riservati. Tutti i dati e le comunicazioni vengono inoltre crittografati ed e’ possibile scegliere tra diversi sistemi operativi: Free/Net/OpenBSD, Debian GNU/Linux e RedHAt Linux (e’ ovviamente incoraggiato l’utilizzo di UNIX e di software open source per la maggiore affidabilita’, sicurezza e semplicita’ di amministrazione remota). Inutile ricordare che una banda garantita tra i 256kbps e 1 mbps, una sicurezza elevatissima e miglia di amre aperto a protezione dei dati hanno un costo: la cifra per un anno di hosting su un server nel Mare del Nord supera i 20.000 $ ! E’ vietato utilizzare server di Sealand per inviare spam, scambiare materiale pedofilo o per lanciare attacchi di ogni tipo; a parte questi tre scopi pero’, come ha sostenuto lo stesso portavoce di HavenCo, all’azienda non iteressa quali dati contengano i server né per quali scopi i clienti li utilizzino. Il Principato di Sealand infatti non ha alcuna legge sulla privacy o sulla protezione del copyright. Non e’ tutto oro quello che…. Rimane ovviamente ancora aperta la questionw sulla sovranita’ di Sealand; e’ infatti vero che l’Inghilterra ha piu’ volte preferito ignorare l’esistenza di Sealand riconoscendo indirettamente l’autonomia ma, d’altro canto, nessuno Stato lo ha mai ufficialmente riconosciuto. Inoltre la stessa HavenCo Limited risulta fondata e regolarmente registrata in Gran Bretagna con tanto di codice identificativo (04056934) e, pertanto, soggetta atutte le leggi della nazione . Infine, da piu’ parti, dopo i fatti dell’11 Settembre, si e’ indicata Sealand come una possibile futura “complice” di terroristi, che potrbbero utilizzare i servizi di HavenCo per comunicare riducendo cosi’ il pericolo di essere rintracciati. Che anche il paradiso di Internet non rischi di trasformarsi un po’ in inferno? Comunque, sebbene sia alla guida dello Stato piu’ piccolo del mondo, Roy Bates ha fatto le cose proprio sul serio ! Come ogni Stato che si rispetti, anche a Sealand sventola la bandiera nazionale; i colori sono il rosso degli eroi, il bianco dell’onore e il nero dei pirati. La moneta circolante e’ il dollaro ($) di Seland, la cui parita’ e’ fissato con il dollaro ($) statunitense .

  4. Vito
    Vito 4 Ottobre 2016 at 16:11 . Commenta

    Verdi in Germania….
    Ciao a tutti.
    Vito

    https://www.youtube.com/embed/FJ_FC6RXN6U

  5. Vito
    Vito 4 Ottobre 2016 at 16:20 . Commenta

    Gesù sta arrivando a Torino
    https://www.youtube.com/watch?v=1p3SfopMwsI

    1. Vito
      Vito 5 Ottobre 2016 at 00:06 . Commenta

      Si, è un’avventista del 7° giorno del Camerun che vive a Torino

      1. Eufelia
        Eufelia 5 Ottobre 2016 at 00:14 . Commenta

        Gesù sta arrivando a Torino ? Si trova in Via Rosta, 3

      2. Eufelia
        Eufelia 5 Ottobre 2016 at 00:16 . Commenta
      3. Vito
        Vito 10 Ottobre 2016 at 22:52 . Commenta

        C’è lo zampino di Satana sul suo “suicidio”. Cosa nasconde il gesto inspiegabile di Cecilia Gatto Trocchi, che
        denunciava i culti demoniaci? Il terribile sospetto di un sacerdote. Le sette l’odiavano. Sul suo “suicidio” l’ombra di Satana. “Dopo la scomparsa del figlio, si era ripresa dalla depressione. Temo che la sua morte sia stata solo una tragica messinscena”. “Riceveva continue minacce”. “Non so a che punto sono le indagini, ma ho un terribile dubbio. Che approfittando di un reale stato di difficoltà della professoressa Gatto Trocchi, qualcuno abbia organizzato una tragica messinscena”. E dietro quel “qualcuno” ci sarebbero adepti di sette sataniche, le stesse che l’antropologa aveva combattuto implacabilmente per anni con libri, scritti e interventi in popolari trasmissioni televisive. Don Aldo Bonaiuto, coordinatore dell’associazione contro le sette, era amico e collaboratore della professoressa Gatto Trocchi. E’ stato lui il primo a esprimere forti dubbi sul suicidio della nota studiosa: “E’ capitato spesso che, chi indagava sulle sette sataniche, facesse una brutta fine. Chi lotta contro l’occulto rischia grosso.”, dice Don Aldo Bonaiuto, coordinatore nazionale del numero verde antisette dell’associazione Papa Giovanni XXIII che sull’argomento ha scritto un libro: “Le mani occulte” (ed. Città nuove), uscito di recente. Don Aldo Bonaiuto misura le parole, non vuole gettare sospetti a vanvera, ma parlando dell'”apparente” suicidio dell’amica Cecilia Gatto Trocchi non nasconde il suo scetticismo: “Il primo impulso è stato quello di dubitare”, spiega, “e come me, altre persone. In primo luogo non capisco perché la notizia è stata data con 24 ore di ritardo: infatti la morte è avvenuta la sera dell’11 luglio, ma si è saputa solo la sera del 12. E poi mi sembre incredibile che abbia addirittura bloccato l’ascensore per buttarsi dalla tromba delle scale. Non era davvero la persona da cui ci si poteva aspettare un suicidio. E dire che l’ultima volta che l’avevo vista, il 9 giugno, era vivace, combattiva, di buon umore. Avevamo parlato a lungo di un libro da scrivere insieme. L’ho riportata in auto a Roma e, quando è scesa dall’auto, mi ha lasciato un ricordo del figlio e mi ha chiesto di pregare per lui: l’anniversario della sua morte cadeva proprio il giorno dopo”. Dal fronte delle indagini tutto tace. Fonti della questura romana fanno trapelare che non c’è ipotesi diversa dal suicidio, che l’autopsia non ha mostrato segni di violenza e che la donna aveva compiuto un tentativo analogo un anno fa. La docente di Antropologia culturale, nota avversaria delle sette religiose e di quelle sataniche in particolare, coltivava da due anni un dolore segreto, che l’aveva trascinata in depressione: la morte del figlio Massimiliano, ucciso da un malore improvviso in seguito a un incidente d’auto. E quando si è buttata dalla tromba delle scale stringeva in pugno una foto del ragazzo. Tutto combacia perfettamente. Forse troppo perfettamente, vista la teatralità sospetta del suicidio, avvenuto proprio quando l’antropologa aveva ritrovato la forza per girare l’Italia per continuare la sua battaglia contro i riti occulti e demoniaci. “Aveva avuto un crollo dopo quel lutto, è normale”, ricorda don Aldo, “ma si era ripresa: era una donna piena d’interessi, aveva mille inviti, mille contatti. Negli ultimi anni poi aveva riscoperto la fede: osservando dall’interno i meandri delle realtà sataniche, aveva iniziato ad apprezzare il senso e la ricchezza del cristianesimo. Anche per questo è un suicidio che mi lascia sempre più perplesso”. E la mente corre inevitabilmente a Maurizio Antonello, lo psichiatra veneto che, nel maggio 2003, fu trovato impiccato sulle scale di casa. Anche lui, come la Gatto Trocchi, era uno studioso di culti alternativi e sette sataniche. Anche lui, come l’antropologa, si era spesso infiltrato in questi gruppi e ne aveva smascherato pubblicamente le nefandezze. Nel 2003 la strana morte di uno psicologo veneto. Si era più volte infiltrato in gruppi satanici, per raccogliere informazioni utili a smascherarli. Era un apprezzatissimo consulente di polizia, magistrati e persino dei servizi segreti sui temi dell’occultismo. E non aveva alcun motivo al mondo per uccidersi, né aveva mai manifestato propositi in tal senso. Eppure Maurizio Antonello, psicologo e criminologo di Trivignano, in provincia di Venezia, il 12 maggio 2003 fu trovato senza vita in casa sua, in apparenza per un suicidio. Il collo era stretto da una cintura appesa a una ringhiera, ma le ginocchia erano appoggiate sui gradini; davvero uno strano modo per uccidersi. Nonostante lo scetticismo di amici e conoscenti, le indagini sulla sua morte non sono mai iniziate: le autorità hanno accettato la versione del suicidio senza dubitare. Insomma, ricapitolando, un altro nemico delle sette che, in modo propizio, ha inaspettatamente tolto il disturbo in punta di piedi, proprio come la professoressa Gatto Trocchi che, ricordiamolo ancora per chi non avesse capito bene, è morta gettandosi dalla tromba delle scale della sua casa di Roma la sera dell’11 luglio ( ma la notizia arrivò solo la sera del 12). Teneva tra le mani una foto del figlio Massimiliano, morto in un malore improvviso in seguito a un incidente d’auto. Solo una strana e tragica coincidenza?

        1. Vito
          Vito 11 Ottobre 2016 at 02:40 . Commenta

          Salento di sangue. La grotta dei misteri. Omicidio o suicidio? La fine di Walter Urso, il fioraio di Poggiardo trovato davanti a una caverna col cranio segato, è ancora un giallo. Per risolverlo si indaga sulla “Profezia di Celestino” e su una coppia di turisti svizzeri con la passione per Belzebù. Intanto i riti satanici diventano una moda. Walter Urso faceva il fioraio. L’hanno trovato ucciso davanti a una grotta col cranio segato e quasi scotennato. Un macabro rito satanico? Accanto al cadavere, una sega e un martello. E introrno 13 alberi d’ulivo segnati col sangue. Omicidio con il consenso della vittima? Si vanno a rileggere le pagine della Profezia di Celestino, un libro scritto dall’americano James Redfield nel 1992, perché , forse, sta proprio lì la chiave di un giallo fitto di misteri e di interpretazioni dell’esistenza al limite della follia pura. Sacrificio estremo. “Vado a salvare il mondo” aveva detto il giovane alla moglie subito dopo pranzo. Quasi annunciandole il suo proposito di sacrificio estremo per l’umanità. Un giovane fioraio che a Poggiardo, grosso paese a due passi da Otranto, tutti conoscevano e apprezzavano, per i suoi modi gentili e l’antica concezione di maneggiare i soldi, senza sprechi. “E’ tutta colpa di quella lettura maledetta”, ripete la moglie Lucia Strumiello. “Lui è andato via con l’idea fissa di tornare come spirito e, invece, ha incontrato il suo satana”. Qualla di Lecce è sempre stata una provincia tranquilla. Soltanto l’avvento della Sacra corona unita-la cosiddetta quarta mafia-è riuscito a modificare in qualche modo le abitudini, ch’erano di starsene in santa pace all’ombra del campanile, seduti al bar per una partita di tressette, mentre a casa le donne sferruzzavano la maglia o stavano appresso ai figli. Da qualche anno, invece, capita di assistere a fatti di sangue che gli anziani non avrebbero nemmeno immaginato. La lista dei morti ammazzati s’allunga ogni giorno di più, e i misteri su certe morti che hanno tutto il sapore di vere e proprie esecuzioni o di tragedie legate ei riti esoterici s’infittiscono. Sino a far dire che “qui stiamo impazzendo tutti”. Il cadavere di Walter Urso è stato trovato disposto a croce, vicino a una grotta di Vignacastrisi, un pugno di case bianche vicino a Castro, dove i turisti si confondono tra la folla e cercano di capire che cosa sia accaduto. E perché. Ma nessuno sa dare una spiegazione logica a una morte così terrificante che gli inquirenti, sin da subito, hanno immaginato come la conclusione assurda di un rito macabro.Già, perché da queste parti le “messe nere”, i riti satanici sono diventati ormai una specie di moda, specie nelle tiepide notti d’estate quando ci si si può rifugiare in un vecchio casolare abbandonato o in qualche cappella sconsacrata senza subire il freddo. A suo piacimento. A Tricase, per esempio, c’ è l’antica Chiesa della Vergine di Costantinopoli che la gente del luogo ha ribattezzato la “chiesa dei diavoli”.Per via di una leggenda secondo cui il principe Gallone, in possesso del “libro del comando”, poteva chiamare il diavolo a suo piacimento. Fu lui, dicono, a volere quella chiesa che poi, nel 1878, venne interdetta al culto per volontà del vescovo Maselli e da allora-come si racconta- passò “in mano ai diavoli”. Che Walter urso abbia subito le “stregonerie” della Profezia di Celestino cominciata a leggere appena un mese prima? Secondo i parenti, da allora il giovane fioraio “non era più lui”. Quindi, bisogna partire da lì per tentare di sbrogliare una matassa sempre più intricata. Legame saldo. All’improvviso spunta una coppia di svizzeri che- a quanto pare-avrebbe una certa dimistichezza con i riti esoterici. “Marito e moglie”, dice il giornalista Gianfranco Lattante, “erano amici di Walter Urso dai tempi in cui la famiglia del fioraio era emigrata in Svizzera. Dopo il rientro in Italia, però, il legame era rimasto ben saldo. Così , tutti gli anni la coppia di elvetici scendeva nel Salento, fino a Vignacastrisi, per trascorrere le vacanze nella casa di Urso. Lo hanno fatto anche quest’anno, e sono rimasti fino a mercoledì 3 agosto, il giorno prima della scomparsa ( e probabilmente della morte) di Walter Urso”. Non si sa ancora niente di preciso, ma sembra che la coppia, in passato, abbia avuto qualche problema con la giustizia elvetica per via di una loro passione per le messe nere. Perciò, i carabinieri sono pronti a compiere una trasferta per sapere un pò di più, anche grazie all’aiuto dell’Interpol, su questa coppia misteriosa. Certo, alle leggende che raccontano di diavoli e demoni d’ogni genere sembrano credere ancora tanti anonimi praticanti di riti satanici. Non è la prima volta che le cronache locali s’interessano di “riunioni” segrete in cui si fa gran uso di candele e di ossa umane. Ma mai, prima d’ora, ci si era trovati di fronte a una morte così assurda. Suicidio o omicidio? Chi può dirlo? Un cranio segato, un corpo nudo disposto come il crocifisso. 13 alberi d’ulivo che fanno da corollario al luogo del ritrovamento tutti segnati di sangue. Davvero la lettura di un libro come la “Profezia di Celestino” può portare un uomo di 36 anni a rendere il supremo sacrificio convinto di poter salvare il mondo? “E’ andato via sicuro di tornare come spirito”, ripete la moglie Lucia Strumiello, che stringe fra le mani quel libro “maledetto”. Ma il povero Walter ha fato tutto da solo? E’ stato lui a decidere di morire in quel modo? O si è trattato di una scelta operata da qualche setta? Il tocco delle campane si perde nella verde campagna di Vignacastrisi dove, probabilmente, aleggia il fantasma del principe di Tricase. Con i curiosi che sostano davanti all’anfratto seminascosto dalla vegetazione E quei 13 alberi d’ulivo che sembrano trasudare sangue. Chi ha ucciso il fioraio?

          1. Anonimo
            Anonimo 22 Settembre 2017 at 11:57 .

            Chi sei vito

  6. Bruno Vidal
    Bruno Vidal 4 Ottobre 2016 at 21:02 . Commenta

    Il punto di vista di un disabile nel 2016.

    Un compagno d’infanzia di Adolf Hitler disse di lui che mancava totalmente di autoironia. Il suo architetto e ministro degli armamenti riferí che non aveva il minimo senso dell’umorismo. La funzione di queste due umane facoltà gli era completamente estranea. Non saper sorridere qualche volta di sé, della propria presenza nel mondo, è molto triste, è indice di rigidità mentale, di terror panico rimosso che può riemergere esageratamente in deliri di onnipotenza. Una delle spiegazioni convincentemente razionali, sul perché Hitler abbia potuto navigare tranquillamente sopra la testa di un’intera nazione e sulla testa di molte altre, significa che buona parte della nostra beneamata storia, non sa sorridere qualche volta di sé stessa. Il regime hitleriano è riuscito a mettere a punto la più tremenda macchina per ammazzare mai inventata dagli uomini. Purtroppo la musica di fondo della nostra vita batte stancamente da un pezzo su questi monotoni affannosi tasti che non si avanza molto da star allegri. In un contesto reso inadeguato, che non risponde alle istanze del diritto universale, diventa fin troppo facile esprimersi con spavalda tracotanza, come ebbe ad esprimersi negli anni Trenta uno psichiatra tedesco, direttore dell’Istituto per il Cinema…”se questi cosiddetti malati mentali non vogliono essere ricoverati possono anche andarsene all’inferno. Non abbiamo né il tempo né lo spazio per questi esseri umani”. Si riferiva ai malati psichici. Dentro un sistema che non ammette repliche, che non accetta opposizioni né voci di dissenso o dissonanze, dove il tempo è denaro e il denaro diventa la misura dell’uomo realizzato, il regime sarà retto dal conformismo, ogni voce discorde sarà inopportuna, il grande dittatore trova spazio dentro di noi. Ciò che non fa soldi diventa tempo perso. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta rimane, per Camus, il vero fondamentale della filosofia per il vivo. Vivere è l’azione direttamente conseguente, quindi crescere e svilupparsi. La soluzione finale non è stata altro, in fondo, che lo sterminio portato efficientemente avanti da un’organizzazione su base industriale. Franz Stangl, il comandante del campo di concentramento di Treblinka, alla domanda quali fossero le ragioni di quegli stermini, rispose: “volevano i soldi degli ebrei”. Tutto doveva essere ricondotto sotto la logica di un potere riduttivo, opinioni, sensazioni, emozioni, a vantaggio di una piattezza assoluta. L’economia di mercato è diventata nel frattempo il Dio della civiltà mondiale, unico incontrastato Dio operante nella realtà; non si è ancora fatto crescere i baffetti per non farsi riconoscere. Essa. l’economia, ha sconfitto con la sua violenza impersonale, tutto quello che si frapponeva sulla sua strada, corrompendo bisogni e desideri. Il potere sta lì dentro. L’economia intesa come bu$ine$$ è la “grande barriera architettonica” che ostacola le nostre menti, imprigiona le nostre anime e ci angustia lo spirito. Oggi pazzi e disabili sopravvivono in virtù di fasce economiche, poiché democraticamente, sono diventati un affare di mercato-politico. Taluni di noi, però, senza lavoro, senza soldi, “sapientemente depistati”, sapendo di essere un peso per gli altri, si chiudono dentro la casamatta della depressione, come unica alternativa di rinvio al ricorso della follia. All’improvviso ci siamo messi a parlare col linguaggio tecnico-contabile di analisi dei costi, economicità dei costi, analisi costi-benefici, portando in emersione quello che è sempre stato l’interesse primario del potere. Di questo potere che, lasciato a se stesso, produce carnefici e vittime come necessari de dipendenti fattori dello stesso problema. Se vogliamo che i bambini uccisi dal nazismo contino davvero e non solo come memoria, che abbiano almeno il loro posto alla tavola della testimonianza, dato l’alto prezzo già pagato, siamo chiamati a ritessere il filo dell’analisi ampia e continua. Noi invalidi civili prendiamo sul serio il tragico, può ritornare ancora, Primo Levi lo ribadiva spesso questo concetto. E se non se ne fosse mai andato? Se stesse appostato al guado per tenderci un agguato coglindoci di sorpresa? Dobbiamo seriamente ripensare l’economia perché il difetto sta proprio in essa, così come il principio di potere reale. Qualche manager spregiudicato potrrebbe impossessarsi della parola efficienza, portandola al massimo grado di pura organizzazione ed aprire un campo di sterminio, l’esempio di Treblinka fa testo, furono uccise circa tre milioni di persone con un’assoluta abnegazione, in qualche campo da cinquemila a ventimila persone in 24 ore, stabilendo il massimo dell’efficienza. C’è da rifletterci su, ma intanto noi come società che cosa facciamo?

    Bruno Vidal
    F.R.I. (Fronte Radicale Invalidi)
    in memoria di Bruno Tescari

    1. Michele De Padova
      Michele De Padova 15 Ottobre 2016 at 20:43 . Commenta

      IL BUON SENSO
      Non ne ho avuto
      io che fustigavo i nostri vecchi
      commoventi di rugosa miseria, analfabeti
      e pure comunisti, turlupinati sul
      come e quando s’apre un era da Eden;
      io che dai loro capi incolti e fanatici di vana
      ostinazione e di fascista reazione
      fui accusato al tempo del dibattito (fasullo)
      sulla destalinizzazione (fasulla).
      Non ne ho avuto
      io che li accusai, i capi, d’essere bestie
      neppure libere ché il problema è di vedere
      se impazziamo più dannosamente per fame
      o per smania ardente d’identità;
      io che compravo-giovanile vanità
      nell’assetto canonico del paese
      l’Avanti ! a testata in giù sotto l’ascella
      portato nel tramestìo, le idee a passeggio.
      Non ne ho avuto
      io che. terremotato di dentro,
      completando gli studi, non mi nutrivo
      abbastanza, abbastanza non c’era pane,
      sicché un formicolìo qua avvertii:
      dalle lastre diagnosticato pleurite,
      alla spalla sinistra un bruciore sordo sentivo
      e spiacque a mio padre che fossi stato riformato,
      (mia madre era già morta da 20 anni).
      Non ne ho avuto
      io che feci l’istitutore
      a Pesaro al tempo di Barreto gettonato:
      sempre le mattine sempre col rimorso là
      stava in scozzesino la ragazza svitata:
      schifava la scuola, sibilava Arrivederci e desii
      torridi nelle spalle infossava;
      sempre dalla sedia nervosa attendeva il ragazzo
      randagio per lungandare al mare agitato.
      Non ne ho avuto
      io che intanto mi dolevo, a restar solo:
      che lei capito non avesse la mia supplica
      distante il cupìo dissolvi et esse
      nel seno suo e il suono del sangue dentro.
      Attorno a Natale dal rettore fui diffidato:
      -Questi ragazzi vanno tenuti in pugno
      e tu sei adatto a fare il medico o il prof.
      di stelle- Mi persuase e fui cacciato.
      Non ne ho avuto
      io che desideravo piangere a ogni amore,
      rato o non consumato, ma perduto;
      o indifferentemente cantare il gregoriano
      magari nel giusto tono del miserere;
      io che mi dolevo a restar solo
      che nessun peccato avevo commesso
      cacciavo dal mio cuore gotico chiunque
      vi si fosse insinuato, persino Bach / Dio.
      Non ne ho avuto
      io che dallo scendiletto col Moro
      di Venezia salpavo come condottiero per
      l’Egeo o silvestramente avvivavo Genoveffa
      in sequenze sul fronte del camino:
      giorni di sole di ventoso marzo erano e deserta
      la casa della zia nata l’anno ’12 del secolo:
      vi progettavo viaggi difficili da quel molo
      l’ultima predica l’ultima egira.
      Non ne ho avuto
      io che ai miracoli credetti, che fede
      ebbi, non previo esame delle brutture
      della Ratio estrema ma per nostra Carne nuda:
      pietosa invenzione fu il vestito e non
      per gelo ma per fobia, la zoomorfa genesi nostra
      che mi avvilisce e in causa chiama lo suo Auto
      Re, l’iniquitatem suam che contra m’è sempre !
      Pietosa invenzione, non per gelo.
      Non ne ho avuto
      io che mai più voglio vedere foto a milioni
      di Lager perché più prostrata è la morte
      se nuda con le braccia chiuse nelle cosce,
      la fisarmonica lunare delle costole !
      Ai miracoli credere vorrei, fede avere,
      non più né meno, come mia nonna/niobe
      e devota e con i perché risolti; come i morti
      cafoni grandi bestemmiatori e amatori di Dio.
      Ne ho avuto
      io di buon senso metafisico
      a quel tempo radicale in cui il vento
      di guerra filava e chiusi negli otri
      stavano i nostri eventi.

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