Costruisci una città e non avrai più bisogno della lupara per dominare.
Niente puttanate oggi. Puntata serissima su -a ruota dai fatti terremotizi- come siamo messi nel paese dei Pulcinella e quale sia il business criminale più grande. non droga, prostituzione o gioco d’azzardo, ma l’edilizia. E sono (siamo) coinvolti in tanti. Lo sappiamo? Possiamo fare qualcosa? Oppure, stante l’impotenza, ci rassegniamo ai soliti riti consolatori?
Intanto (ri)guardatevi il film in calce al post. E’ del 1963. Regia Francesco Rosi. Poi consultate questi due recenti libri:
F. Sansa, M. Preve, prefazione di M. Travaglio
ed. Chiarelettere, 2008
Una nuova colata di cemento si abbatte sull’Italia, a partire dalla Liguria. Castelli, ex fabbriche, conventi, colonie, ex manicomi, ospedali: tutto si può “riqualificare”, parola magica che nasconde ben altro. Politici locali e nazionali, di destra e di sinistra, imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più consigli di amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi, appalti, finanziamenti. Allo scopo servono anche associazioni culturali o in difesa dell’ambiente, appuntamenti gastronomici, feste e premi. La Liguria sta coprendosi di quasi tre milioni di metri cubi di cemento e se non c’è più posto a terra, si prova sul mare, costruendo nuovi porti per decine di migliaia di posti barca. Non mancano neppure i grattacieli, opera di architetti prestigiosi (Bofill e Fuksas a Savona, Consuegra ad Albenga) che hanno messo da parte qualsiasi scrupolo paesaggistico. Parlando di cemento e di piani regolatori, si arriva necessariamente a parlare della mancanza di regole di una classe dirigente in bilico tra l’imbroglio, la trama del sottogoverno e l’interesse personale. Ma non tutto è perduto, c’è chi si batte e ottiene risultati sorprendenti. Basta cominciare dal basso.
La Colata
Il partito del cemento che cancellando l’Italia e il suo futuro
Chiarelettere, agg. 2016
“Indignatevi, rapidamente. Non lasciate che deturpino il vostro bene più prezioso… Chiamate a raccolta tutti.”
Luca Mercalli, meteorologo
L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre.
Il partito del cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni.
Così la ricchezza degli italiani vola via. Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme (la Liguria tra il 1990 e il 2005 si è mangiata quasi la metà del territorio ancora libero!). Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000 all’anno).
Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia, il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio di dissesto idrogeologico. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no.
Gli autori di questo libro sono andati a vedere l’Italia com’è e la raccontano con nomi e cognomi di affaristi, banchieri, cardinali, sindaci e deputati: la Sardegna di nuovo in mano agli speculatori, le Langhe trasformate in shopville, l’invasione di seconde case sulle Alpi (costruiscono persino sulla Marmolada!), il Brenta violentato, gli affari della Chiesa nelle città liguri, le grandi operazioni di Ligresti e dei soliti noti a Milano, di Caltagirone e dei soliti noti a Roma, la storia triste di Bagnoli. Neanche Siena e Firenze vengono risparmiate. E ritorna la febbre da stadi e autodromi, nuove occasioni per ulteriori speculazioni.
Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Meno male che non tutti abbassano la testa. Comitati di cittadini si stanno formando in Veneto, Toscana, a Milano, in tanti centri grandi e piccoli. La legge del 1986 che stabilisce le norme per danno ambientale è dalla loro. Per questo adesso molti la vogliono cambiare.
Ferruccio Sansa, giornalista a «Il Messaggero», «la Repubblica», «la Stampa», è ora inviato de «il Fatto Quotidiano». Con Marco Preve “Il partito del cemento” (Chiarelettere 2008).
Andrea Garibaldi, ha lavorato per vent’anni a «Il Messaggero». Dal 2004 è inviato speciale per il «Corriere della Sera» e si occupa prevalentemente di politica nazionale.
Antonio Massari scrive per «il Fatto Quotidiano» e ha collaborato con «la Repubblica»,«La Stampa», «il manifesto», «l’Unità», L’espresso.
Marco Preve è nato a Torino ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista de «la Repubblica».
Giuseppe Salvaggiulo, trentatré anni, pugliese, ha lavorato nelle redazioni di «Libero» e «Il Giornale». Dal 2008 si è trasferito a Torino e lavora a «La Stampa», dove si occupa di cronaca, politica e società.
Le donne devono essere come il sole perché dà vita. Però non devono essere come il sole, perché ha delle macchie. Devono assomigliare alla luna, che è la compagna della terra, però non devono assomigliare alla luna perché ha molte facce. Devono essere come il vetro, che non nasconde nulla di ciò che ha dentro , però non devono essere come il vetro perché è molto fragile. Devono essere come lo specchio che dice sempre la verità , però, ahinoi ! non tutta le verità si possono dire. Devono essere come la sabbia, che è sottile e fine, però non ddevono essere come la sabbia, perché non può servire da base per una edificazione durevole. Devono assomigliare al vino che è pieno di spirito, però non devono assomigliare al vino, perché trasforma il giudizio della gente. Devono coltivare la lettura, perché ricrea lo spirito, purchécoltivando la lettura non scelgano i fatti quotidiani di cronaca nera che conducono nell’abisso della perdizione. Devono essere felici, devono realizzare i propri sogni, devono avere una mente eclettica, ma soprattutto devono essere sempre amate , incondizionatamente. Devono essere sempre non ideali, ma reali. E’ come con la frutta, quella di stagione la consumiamo solo quando c’ è. Le mele , invece, ci sono sempre ma sono discrete. Le donne devono perciò essere come le mele, donne non di stagione: discretamente presenti, ma sapientemente assenti, che hanno un ‘affinità con la donna ideale che sognamo; devono perciò essere temporaneamente ideali. Come disse il Faust nel Mefistofele di Goethe: “La donna forma l’idea purissima della bellezza eterna”. E allora: “Cherchez la femme !”. Ma ricordatevi anche che: “la bellezza delle donne mandò molti in malora” e “il vino e le donne fanno apostatare i saggi”(Ecclesiaste) In memoria di Elsie Vaalbooi ( nata nel 1901, morta il 7 Ottobre del 2002) che avevva superato da qualche mese i 100 anni e viveva in Sudafrica. Era una delle due o tre persone conosciute ancora viventi che parlava la lingua !n\u, ultima sopravvissuta delle varianti delle lingue !Ui, la lingua dei San, cacciatori e raccoglitori che hanno popolato il Sudafrica da oltre 30mila anni, ormai ridotti a poche centinaia di unità. Da molti anni Elsie, aiutata dal governo sudafricano e dal South African San Institute, cercava di insegnare ad altri la sua lingua, forse la più antica del mondo, per evitarne l’estinzione. Non era un compito facile: !Ui e la sua lingua gemella, la ǃXóõ, parlata dai San in Botswana, sui basano su circa 140 fonemi fondamentali, mentre le lingue oggi diffuse ne usano non piùdi 60. Inoltre, l’ !Ui e la ǃXóõ usano come fonemi suoni di arduo apprendimento detti !click (per esempio un !click bilabiale è il suono prodotto quando si manda un bacio a qualcuno, un !click palatale è il suono che si produce quando si incita un cavallo a muovesi, un !click alveolare corrisponde al suono con cui si puòesprimere in italiano un rifiuto senza parlare). Così quando Elsie è morta, nessuno è riuscito a dirle correttamente !hoi ca, e cioè “arrivederci” nella sua lingua. Se c’è qualcuna o qualcuno che abbia voglia di imparare una lingua in estinzione, si faccia viva/o e contatti il San Institute http://www.san.org.za/ Nigel Crawhall c/o South African San Institute PO Box 790 Rondebosch 7700 SOUTH AFRICA Tel: +27-21-686-0795 E-mail: sasi@iafrica.com Sarà un prezioso aiuto per evitar
e la scomparsa di una delle più antiche lingue africane e del mondo. E poi chi impara potrebbe con orgoglio definirsi “museo vivente”. Stefano Nespor rappresentante per l’Italia del South African San Institute http://www.san.org.za/
” Portar seco due o tre once di coca ben chiuse in una scatola di latta. Quando si debbano far marce faticose o rimanere a digiuno per più ore, masticando queste foglie e ingollandone con il succo, si resiste alle fatiche senza provare stanchezza…”.
Così suona il secondo dei “Consigli igienici dati da un medico a un soldato della patria che parte per la Sicilia (1860). Il medico era Paolo Mantegazza, che da due anni era rimpatriatato dal suo primo soggiorno sud-americano, e l’anno precedente aveva pubblicato l’entusiastico volume delle sue esperienze su se stesso con la coca (“Sulle virtù igieniche e medicinali della coca”). Mantegazza professò la medicina per parecchi anni nell’America meridionale, ed era a conoscenza della relazione del medico tedesco Poeppig. Questi aveva per primo descritto dell’uso di coca da parte dei “coqueros” (masticatori di coca) nelle popolazioni del Perú. Nessuno è mai riuscito – dice Poeppig- a distogliere un coquero dall’assumere la coca: egli dichiara di poter piuttosto fare a meno di tutto quanto vi può essere di più necessario. L’assunzione di coca possiede tali attrattive che va sempre
più radicandosi con l’età. La coca è per il peruviano la massima fonte di felicità, perché sotto l’influenza della coca scompare la sua abituale malinconia, mentre l’indolente fantasia rincorre immagini di cui non si può gioire allo stato normale. Il Mantegazza cominciò le sue esperienze masticando una dragma (3,24 grammi) di foglie di coca; poi triplicò la dose per più giorni consecutivi. Allora si manifestarono i primi effetti psichici visibili: l’orizzonte intellettuale sembrò allargarsi, e un senso fino allora ignoto d’energia, di leggerezza e di forza lo invase. Mantegazza quasi obbedendo ad un impulso irresistibile, eseguì esercizi fisici di cui non era capace allo stato normale: scavalcò ad esempio con acrobatica leggerezza la sua scrivania. Portato all’acme dell’ebrezza da un infuso di 60 grammi di foglie, scrisse: “Dio è ingiusto perché ha fatto l’uomo incapace di poter vivere sempre coqueando. Io preferisco una vita di dieci anni con coca che una di 100.000…(e qui seguiva una riga di zeri) secoli senza coca”
https://www.youtube.com/watch?v=NtM2kjKJB1k
En Rojo y Negro TV queremos hablar de prisión, prisión preventiva, multas, detenciones y cazas de brujas. De policía, guardia civil, jueces, fiscales y también de la clase política y sus leyes mordaza. Hablamos de represión y de cómo la ejercen.
Participan en este programa:
– Ermengol Gassiot de CGT Catalunya
– Elena Ortega de Madres Contra la Represión
– Arantxa Flores de Comisión Legal Sol
– Oscar Reina del SAT.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=169&v=m0sN6wcJXO4