Pedofilia, don Inzoli risarcisce le 5 vittime degli abusi con 25 mila euro a testa
L’ex capo di Comunione e Liberazione, conosciuto come ‘don Mercedes’ per la sua passione per il lusso, sarà processato con rito abbreviato a Cremona. Otto gli episodi di violenza sessuale contestati, mentre altri 15 sono caduti in prescrizione
Don Mauro Inzoli, per trent’anni capo carismatico di Comunione e Liberazione di Cremona e fondatore del Banco alimentare, risarcisce con 25mila euro cinque vittime dei suoi abusi sessuali. Il processo per “don Mercedes”, così ribattezzato per l’amore per il lusso, si svolgerà con rito abbreviato, come deciso oggi in udienza, e come aveva chiesto la difesa di Inzoli che puntava a tenere fuori dal processo le parti civili. L’accordo sul risarcimento tra accusa e difesa è stato raggiunto davanti al gup Letizia Platè, e don Inzoli, 66 anni, tornerà in aula il prossimo 29 giugno.
Sono otto gli episodi di violenza sessuale di cui il prete deve rispondere, mentre altri 15 sono caduti in prescrizione: le accuse nei suoi confronti sono gravissime. All’epoca dei fatti che risalgono al periodo tra il 2004 e il 2008, i minori che lo hanno portato in Tribunale avevano i più piccoli 12 e 13 anni, gli altri tra 14 e 16. Don Inzoli allora era rettore al liceo linguistico Shakespeare e parroco della chiesa della Santissima Trinità di Crema a cui faceva capo il gruppo Gioventù studentesca. ‘Don Mercedes’ avrebbe abusato della sua autorità, sia nel suo ufficio dove teneva gli esercizi spirituali con i ragazzini, sia negli alberghi dei luoghi di villeggiatura dove Cl portava i giovani durante le vacanze estive. Secondo la procura, da parte di don Inzoli ci sarebbero stato verso i ragazzini baci, carezze, abbracci, pesanti palpeggiamenti. Era considerato un “idolo meritevole di venerazione” persino dai genitori delle vittime, che per questo motivo non avrebbero avuto la forza di reagire: tutti provavano una fortissima sottomissione psicologica davanti a lui.
L’ultima procvocazione nel gennaio del 2015, quando si presentò seduto in seconda fila dietro a Roberto Maroni e a Roberto Formigoni al discusso convegno in difesa della ‘famiglia tradizionale’ in Regione Lombardia, organizzato insieme a una associazione che propone la cura dei gay.
https://youtu.be/R8_evEPps1w