Partendo dalla festa del mio compleanno, in cui non ho potuto vedere alcuni dei miei migliori amici (ne ho visti tanti, ma li vorrei tutti!!), mi chiedo, stante il fatto che non soccombono quotidianamente a esigenze di sopravvivenza, quanti di noi e di voi rinuncino ormai alle cose più fondamentali (e vivano male le manifestazioni di vita più belle) in funzione del lavoro e degli obblighi sociali che una volta erano perlopiù dei piaceri… e molto meno delle palle al piede.
Riflessioni semplicissime. ma che vogliono suggerire la presa di coscienza delle proprie catene (stante il fatto che ci son cose che si scelgono ma che poi si trascinano ben altri obblighi tutt’altro che scontati); riflessioni e autocritica sul figliare, suggerimenti e domande: quanto contavano i legami sociali per cui un figlio, vostro o altrui, non cresceva da solo e non vi lasciava da soli (o in coppia, è lo stesso) a gestirvi la vita? Lavoro, soldi, figli, parenti, amici… pensiamo a bellissimi massimi sistemi e poi nel privato siamo soli come dei cani? Funziona così?